
- Obnubilato dalla nescienza (AvijjÄ) rappresentata dal cieco, ðŸ•, coi miei atti impulsivi do luogo a formazioni mentali (Saá¹…khÄra) che forgiano il mio destino.
- Le formazioni mentali (Saá¹…khÄra), rappresentate dal vasaio, 🕑, condizionano la mia percezione (ViññÄṇa).
- La percezione (ViññÄṇa), rappresentata dalla scimmia che scende dall’albero, 🕒, in quanto senso interno, crea l’illusione della mia personalità (NÄmarÅ«pa), proprio come l’attenzione, l’occhio e una forma colorata producono la visione.
- Condizionati dalla personalità (NÄma-rÅ«pa), rappresentata dai due personaggi nella stessa barca, 🕓, sono i miei organi di senso (SaḷÄyatana).
- Identificandomi, entro in situazioni in cui la personalità si dispiega e il mondo impatta sul mio animo sensibile. Condizionato dagli organi di senso, (SaḷÄyatana), rappresentati dalle finestre della casa, 🕔, avviene l’impatto (Phassa), ossia l’incontro del mio apparato percettivo col mondo empirico.
- L’impatto (Phassa), rappresentato dall’amplesso, 🕕, condiziona le mie esperienze sensoriali (VedanÄ).
- Le esperienze sensoriali (VedanÄ), rappresentate dall’uomo con una freccia nell’occhio, condizionano la la brama di fare o di evitare.
- La brama (TaṇhÄ) è all’origine dell’attaccamento (UpÄdÄna) alla sensualità , alle opinioni, alle regole, ai ruoli, al senso di importanza personale, rappresentata dal bevitore, 🕗.
- L’attaccamento, UpÄdÄna, rappresentato dalla scimmia che sale sull’albero, 🕘, condiziona la mia esistenza, cioè la continuazione dell’impulsività , della proliferazione mentale, dell’ identificazione coi cinque aggregati (Bhava).
- L’esistenza (Bhava), rappresentata da una bella sposa, 🕙, condiziona la ri-nascita (JÄti).
- La ri-nascita (JÄti), rappresentata dal parto, 🕚, è causa del tormento, del dolore, dei dispiaceri, della depressione, dell’ansia
- dell’invecchiamento e della morte, (JarÄmaraṇa), rappresentati dal feretro, 🕛.
L’angoscia (Dukkha) emerge quando «qualcuno» nasce (JÄti). Le formazioni karmiche (Saá¹…khÄra) condizionate dall’ignoranza (AvijjÄ) sono la causa dell’esistenza (Bhava). Attaccamento (UpÄdÄna) è insistere nell’essere «qualcuno»: i nesci agiscono impulsivamente. Non-attaccamento è la libertà di essere «nessuno»: solo i saggi possono agire senza lasciar traccia. Gli atti impulsivi sono la radice della vita. Quando la nescienza (AvijjÄ) cessa, con la pratica dell’introspezione (VipassanÄ), anche gli atti impulsivi cessano. Arrestando ciò che non accadrà , l’angoscia (Dukkha) finirà .