Per agevolare la trasmissione degli insegnamenti è necessario che ci impegniamo a mantenerci flessibili e fiduciosi, verso l’insegnamento e verso l’insegnante. Non si pretende fede cieca, tutt’altro. Si chiede di tenere la mente aperta e di mettere in pratica diligentemente le istruzioni che vengono date. Perché solo una corretta applicazione degli insegnamenti dà la ragionevole certezza di realizzare gli obiettivi. È necessario, in ogni caso, partire con un po’ di fiducia (saddhÄ) nel Buddha e nel maestro. Si assume come ipotesi il fatto che è possibile pervenire al Risveglio, che si può arrivare a conoscere la Verità e che ci sono persone che mantengono viva la conoscenza della Verità , in modo che altri possano beneficiarne. La fiducia, tuttavia, va bilanciata con la conoscenza. Solo con la pratica si può sviluppare la conoscenza sufficiente a far progressi sul sentiero che porta al Risveglio.
Con la seguente formula, perciò, ci si arrende e ci si affida, per protezione e guida, in primo luogo al Buddha e in seconda istanza al maestro, il quale a sua volta si è arreso al suo maestro, il quale si è arreso al suo maestro, andando a ritroso in una catena virtuosa di arrendevolezza e di fiducia che risale al Buddha stesso.
È in ogni caso utile specificare, a questo punto, che i rifugi, i precetti e la dichiarazione di resa, come tutte le cose in questo universo, non sono permanenti. Se non ripresi entro un mese con una recitazione ad alta voce in presenza del Saṅgha, «scadono» e non sono più da ritenersi vincolanti.
Traduzione del testo:
Signore (bhante), per protezione e guida affido (pariccajÄmi) me stesso(attabhÄvam jivitam) al Beato (BaghavÄto).
Signore (bhante), per protezione e guida affido (pariccajÄmi) me stesso (attabhÄvam jivitam) al maestro (Äcariyassa).
Imahaṃ bhante attabhÄvam jivitam BhagavÄto pariccajÄmi. Imahaṃ bhante attabhÄvam jivitam Äcariyassa pariccajÄmi.