Massimo Comune Denominatore buddhista
Al primo Congresso Internazionale del World Buddhist Sangha Council tenutosi a Colombo, Sri Lanka, nel gennaio 1967, su richiesta del fondatore e segretario generale, il compianto Bhante Pandita Pimbure Sorata Thera, il Bhante Walpola Rahula presentò una formula concisa per l’unificazione dei «credi» MÄhayÄna e  TheravÄda, che fu approvata all’unanimità da tutti i venerabili monaci presenti, appartenenti a tutte le tradizioni, le scuole e i lignaggi buddhisti. La formula approvata è la seguente:
«Qualunque sia il nostro gruppo, denominazione o sistema, in quanto buddisti, noi tutti vediamo nel Buddha il maestro che ci ha dato l’Insegnamento. Prendiamo rifugio nella tripla gemma: il Buddha, nostro maestro, il Dharma, il suo insegnamento e il Saá¹…gha, la comunità . In altre parole, prendiamo rifugio nel maestro, nell’insegnamento e nell’insegnato.
«Come TheravÄda e come MahÄyÄna non crediamo che il mondo sia stato creato e sia governato da un dio a suo piacimento.
«Seguendo l’esempio del Buddha, nostro maestro, che è l’incarnazione della grande compassione (MahÄ-karuṇÄ) e della grande saggezza (MahÄ-prajña), pensiamo che lo scopo della vita sia di sviluppare la compassione per tutti gli esseri, senza discriminazione e di operare per il loro benessere, la loro felicità e la pace, sviluppando la saggezza che conduce alla realizzazione della verità ultima.
«Accettiamo le Quattro Nobili Verità insegnate dal Buddha, ovvero
- duḥkha, il fatto che la nostra esistenza in questo mondo è una situazione difficile, impermanente, imperfetta, insoddisfacente, piena di conflitti;
- samudaya, il fatto che questo stato è dovuto al nostro attaccamento egoico, basato su un’errata idea dell’io;
- nirodha, il fatto che c’è comunque una possibilità di liberazione, di abbandono, di libertà da questo stato, attraverso lo sradicamento completo dell’io egoistico e
- marga, il fatto che tale liberazione può essere raggiunta con l’Ottuplice Via di Mezzo, che porta alla perfezione della condotta etica (śīla), della disciplina mentale (samÄdhi) e della saggezza (prajñÄ).
«Accettiamo la legge universale di causa ed effetto insegnata nel pratÄ«tyasamutpÄda (origine interdipendente o genesi condizionata) e, in accordo con questo, affermiamo che tutto è relativo, interdipendente e interrelato e che niente nell’universo è assoluto, permanente e duraturo.
«Seguendo l’insegnamento del Buddha, riteniamo che tutte le cose condizionate (saṃskÄra) siano impermanenti (anitya) e imperfette, e pertanto insoddisfacenti (duḥkha) e che tutte le cose condizionate e non condizionate (dharma) non abbiano un sé (anÄtman).
«Accettiamo le 37 qualità che conducono all’Illuminazione come aspetti diversi del sentiero insegnato dal Buddha, che conduce alla liberazione, ovvero:
- le quattro basi della consapevolezza (smá¹›tyupasthÄna),
- i quattro giusti sforzi (samyakprahÄna),
- le quattro basi dei poteri yogici (siddhipÄda),
- le cinque facoltà (indriya: fede, energia, consapevolezza, concentrazione, saggezza),
- i cinque poteri (pañcabala, lo stesso che le cinque facoltà sopra elencate),
- i sette fattori del risveglio (bodhyanga),
- il nobile ottuplice sentiero (aryamarga).
«Ci sono tre modi per conseguire la bodhi o liberazione a seconda dell’abilità e della capacità di ciascun individuo:
- come uno sravaka (discepolo),
- come un pratyekabuddha (buddha solitario)Â e
- come un samyaksambuddha (un buddha perfetto e compiutamente illuminato).
«Accettiamo come l’atto più alto, nobile ed eroico seguire la via del bodhisattva e divenire un samyaksambuddha per salvare tutti gli esseri. Ma questi tre stati sono sullo stesso sentiero e non su sentieri diversi. Infatti il Sandhinirmocanasutra, un importante sutra mahÄyÄna, dice in modo chiaro e sottolinea che coloro che seguono la linea dello sravakayÄna (veicolo dei discepoli) o la linea del pratyekabuddbayÄna (veicolo dei buddha individuali) o la linea dei tathagata (mahÄyÄna) conseguono il supremo nirvÄna sul medesimo sentiero e che c’è un unico e solo sentiero di purificazione (viÅ›uddhi marga) e una sola e unica purificazione (viÅ›uddhi) e nessun’altra e che non ci sono sentieri diversi e purificazioni diverse e che lo sravakayÄna e il mahÄyÄna costituiscono l’unico veicolo, il solo yÄna (ekayÄna) e non sono veicoli o yÄna distinti e diversi.
«Ammettiamo che in paesi diversi ci siano differenze rispetto agli stili di vita dei monaci buddhisti, delle credenze popolari, delle pratiche, dei riti e rituali, delle cerimonie e delle abitudini. Queste forme ed espressioni esteriori non devono però essere confuse con l’insegnamento fondamentale del Buddha».
Grazie. Spero di ricevere altre informazioni utili.
Grazie… Tutto ê più chiaro dopo aver letto le vostre parole